Gelosia

Brutta cosa la gelosia. Brutta brutta.

E ve lo dice una gelosa, una che si sente contorcere le viscere persino se “lui” fa un buffetto su una guancia a un’altra: perché io non ci credo che possa esistere amore senza gelosia, non ci credo che uno possa essere coinvolto all’ennesima potenza con una persona senza la paura di perderla.

Ma scenate non ne ho praticamente mai fatte.

“Omnia munda mundis”, tutto è puro per i puri, e io ho sempre avuto fiducia nella persona che avevo accanto; anche perché, senza sintonia di certi valori, secondo me non c’è unione. Posso aver temuto di perderlo, ma non ho mai pensato che mi mentisse. Posso aver pensato che, a volte, mentisse a se stesso, ma sempre inconsapevolmente.

Non amo i bugiardi e i doppiogiochisti, e quindi per me il problema è risolto alla radice.

La gelosia che io condanno è quella malata, la paranoia allo stato puro, quella che rende la vita della persona che ci sta accanto un inferno: scenate, scenate, e ancora scenate, accuse, calunnie, persino pedinamenti, lettura della posta dell’altro, dei messaggi sul telefonino, violazione di ogni suo spazio. E per di più, per quanto una possa tentare di assecondare la persona gelosa, non dare adito, rassicurare, è una battaglia persa. Ci si ritrova soffocati dall’isolamento, dalla solitudine e dalle scenate, in una vita che non ha più niente di gioioso e costruttivo.

Si perde fiducia in se stessi, si perde il sorriso, la voglia di costruire, e tutto assolutamente a vuoto. Ci si ritrova larve spogliate di qualsiasi energia, e soprattutto il compagno, o la compagna, ci lasceranno lo stesso.

Il motivo? Ma perché l’abbiamo tradito ovviamente! E a nulla vale che non sia vero, che sia la più bieca e bassa calunnia: il geloso non ce la fa a convivere con il suo sentimento, con la sua insicurezza, con la sua paura. Con la sua malattia. Praticamente non ce la fa a vivere con se stesso ma, non potendo lasciare se stesso, non può far altro che lasciare l’altro.

Che poi magari alla fine, portato all’esasperazione, tradisce davvero. Magari per evadere da quell’inferno. O forse solo perché stanco di essere accusato ingiustamente alla fine scatta la molla del “Mi hai accusato di questo? E ora lo faccio davvero, così ti do ragione!”, o perché non sopporta più una correttezza e una lealtà che non pagano.

La persona gelosa ti uccide, psicologicamente, ma spesso anche materialmente (e la cronaca è piena di questi episodi).

Che altro dire? Se avete accanto una persona gelosa, in maniera paranoica e invivibile intendo, non aspettate che vi faccia a pezzi, non riducetevi a passare la vostra vita a piangere e giustificarvi, non combattete una battaglia persa, in cui l’unico ruolo che vi è concesso è quello della vittima sacrificale.

Io penso che l’unica soluzione sia fuggire: meglio il dolore di un distacco, lenito da una ritrovata tranquillità, che una stupida, infinita agonia.

58 thoughts on “Gelosia

  1. Quanto è azzeccato questo tuo post in questo momento della mia vita…è la prima volta che qualcuno mi fa delle scenate di gelosia e non sono preparata, ma sto ancora male…perchè non c’è modo, giustificandosi o non, per fare cambiare l’opinione dell’altro…è un vicolo cieco…

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  2. Io un’idea ce l’avrei…
    Cara Ema, non voglio fare veramente la parte di tua madre, ma tu non hai idea come io sia rimasta scottata da un’esperienza del genere: eravamo giovani, ricchi, belli, innamorati, liberi… non ci mancava niente.
    E invece è stato un incubo e, a storia finita, con me a pezzi, ha continuato a riproporsi e a riproporsi, ma senza un minimo cenno di pentimento o di presa di coscienza di quello che aveva fatto, sempre ribadendo le sue ragioni e la fondatezza dei suoi sospetti (ovviamente, totalmente infondati). Quando io comunicavo, tutta contenta, alla mia amica di allora, che eravamo tornati insieme, lei sbiancava. Mi diceva: “Io conosco due Diemme: una, senza di lui, bella, allegra, curata, pimpante, serena, positiva, e un’altra, con lui, triste, avvilita, con gli occhi sempre gonfi, trascurata, che sprizza dolore da tutti i pori.”. Aveva perfettamente ragione.
    A un certo punto ho preso una posizione, e non c’è stato più tira e molla. Il no è stato definitivo, anche se lui non si è mai arreso: venti giorni prima che morisse, a SEDICI ANNI dalla fine della storia, ancora stava lì a tornare sull’argomento. E mentre io restavo ferma sul no, lo guardavo e pensavo che l’avrei amato ancora come il primo giorno, se mi avesse lasciato campare. Che era stato tutto così stupido, eravamo rimasti soli entrambi, e perché poi? Era arrabbiato con la vita, e ha pagato un prezzo elevato per la sua paranoia.

    *** Il triste è che l’ho pagato anch’io ***

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  3. Sì questa persona è morta. Aveva comprato una barca, però poi alla fine ci stava sempre da solo, perché nessuno “reggeva” in sua compagnia: era diventato astioso, litigava con tutti… prima non era così, era uno accomodante, sdrammatizzante, di quelli che si rimboccano le maniche e risolvono. Ma non aveva accettato di essere rimasto solo, era diventato invidioso di tutte le famiglie esistenti al mondo, critico, intollerante. E fu così, che in quell’ultimo viaggio, fatto con un compagno occasionale rimediatogli da non so che circolo, litigò anche con questi, che fece fagotto e se ne ritornò a casa con i suoi mezzi: lui, rimasto solo, beh… non si sa bene come sia successo, probabilmente era distratto (e secondo me perché furioso), ha messo un piede in fallo, è caduto e… non c’era nessuno a soccorrerlo.

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  4. A me quello che dispiace è che abbia trascorso gli ultimi vent’anni di vita dannandosi, mentre il destino con lui era stato veramente generoso.
    Era bellissimo, ed era una persona molto capace. Di famiglia modesta, grazie alle sue abilità aveva fatto una notevole carriera, e aveva raggiunto una posizione economica tranquilla. Poi sono arrivata io, e per due anni le cose sono andate splendidamente bene. Poi la gelosia: io sono una persona molto esuberante, appariscente e, effettivamente, mi facevano il filo pure i sassi. Ma io sono pure una persona molto leale e rigorosa e, oltretutto, non avevo occhi che per lui.
    Stavo facendo molta carriera a mia volta, e viaggiavo spesso: naturalmente lui poteva dormire tra quattro guanciali, ma non ci dormiva. Fu il principio della fine.

    *** Ma ora non vorrei più parlarne… ***

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  5. Carissima Diemme,
    ho la pelle d’oca
    Perchè leggere la propria descrizione fatta da uno che non ti ha mai visto, bhe, sconvolge.
    Mi posso riconoscere in molto di quello che hai descritto di quest’uomo, ad esempio credo di essere uno ragionevole, accomodante, che cerca di comporre tutti i diverbi…
    Quando hai la mente presa da certe cose, quando sei immerso in certi pensieri, perdi un po’ la giusta misura delle cose, e riesci a giustificarti anche l’improbabile (di quello che pensi tu) e a sospettare anche l’impossibile (di quello che potrebbero fare gli altri)…
    Diemme, mi hai fatto accendere una bella spia rossa sul cruscotto della mia vita; per stanchezza, stress del momento e delusioni del passato, stavo davvero cadendo nel vortice di una vita che non voglio, di atteggiamenti che non mi appartengono e pensieri che mi fanno gelare il sangue…
    E riuscivo a giustificarmeli tutti, con l’eccezionalità del momento: e invece stavano plasmandomi, come un virus, e mi stavano avvelenando la vita, rovinandomi il presente e il futuro…
    Grazie Diemme, è bello che qualcuno ti porga una mano quando stai per straccionare nel fango: e per fortuna sono ancora abbastanza lucido per afferrarla, questa mano…

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  6. Caro zioclaudio, ora la pelle d’oca ce l’ho io. Non so da quanto mi segui, ma se è da un po’ saprai che io sono convinta che nella vita tutto abbia un senso. Ho sofferto molto, ma ho sempre preso ogni esperienza come un pezzo di un puzzle, aspettando con fiducia di capirne il senso, e più spesso di quanto mi aspettassi la situazione un senso l’ha assunto.
    Spesso si parla di donare il proprio dolore, e io effettivamente non ho mai capito il senso di questa affermazione che, diciamolo, non sembra averne. Ma quando scopri che il tuo dolore serve a capire l’altro, a sollevarlo quando è a terra, a porgergli la mano quando è solo, a leggergli ciò che ha nel cuore quando lui non riesce, ecco, allora tutto prende una forma più comprensibile, e quello che del tuo passato ti sembrava un macigno, tutt’a un tratto diventa uno strumento per vivere, un ponte per varcare i fiumi, un’autostrada per arrivare al cuore di chi hai accanto (veramente o virtualmente) e dirgli: “Sono qui”.

    *** E le mie mani, cari amici, sono qui per voi ***

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  7. Gli occhi degli amici ti possono guardare dentro meglio di quanto possa fare tu da solo…
    Si dice che un amico è uno che ti conosce a fondo, ma ti vuole bene lo stesso…
    E’ sempre molto bello leggervi; non lo faccio da molto, e non sempre ho il tempo di farlo, ma è sempre un piacere trovarsi in sintonia con qualcuno….
    Non siamo soli nell’universo!!!!
    😀

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  8. Da quando ti ho conosciuta Diemme non ho mai smesso nemmeno per un minuto di afferrare quelle mani che tu così amorevolmente porgi.
    Perchè tutto ha un senso, nulla capita per caso e perchè fermarsi ad aspettare con fiducia delle risposte o quel senso che ci sfugge è un lavoro difficile ma anche necessario, oltre che prezioso insegnamento.
    Zioclaudio, benvenuto “in famiglia”!

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  9. Grazie; cercherò di essere presente…
    Penso che la cosa più preziosa che si possa donare è la propria esperienza di vita.
    E che davvero niente succede per caso nella vita, tutto ha un senso che prima o poi si rivela…

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  10. La penso esattamente come te. La gelosia, quella eccessivamente folle, rovina il rapporto. Viene a mancare il fidarsi l’uno dell’altro e l’amore non può durare per molto in queste condizioni!

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  11. Comunque, Diemme, per riallacciare le fila del discorso, prima commentavo come Cla: poi mi sono registrato su wordpress e ho scoperto che Cla era troppo corto, così l’ho dovuto allungare un po’…
    🙂

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  12. oddio mi sono venute le lacrime agli occhi leggendo questo post, proprio perché quella persona orribile che descrivi sono io. sto con un ragazzo meraviglioso da appena cinque mesi e già gli ho fatto vedere un pezzetto d’inferno.. mi vergogno da morire, però a volte è davvero difficile riuscire a controllarmi, divento cieca e sorda. ma voglio provarci a cambiare, per me, perché mi fa stare malissimo ma soprattutto per lui perché non se lo merita.
    un bacio e grazie per avermi fatto aprire gli occhi un pochino di più!

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  13. Cara dany, quando ho letto e dato l’ok al tuo commento, non ero in condizione di rispondere. Oggi, con calma, ho riletto l’articolo, e mi sono tornati in mente tanti fantasmi del passato, anni, che rimpiango come vita buttata al vento, passati a tentare di assecondare e rassicurare una parsona che non era assecondabile e rassicurabile in nessun modo. E’ una malattia, la gelosia, che uccide le persone intorno a te, uccide le persone che ti amano, e alla fine, facendoti terra bruciata intorno, uccidono anche te.
    Ci credo che sia difficile controllarti, francamente non penso che basti aver capito per non reiterare nella propria follia. Non so se l’ho già raccontato all’interno di qualche commento, ma la persona in questione mi fece anche seguire, mise il telefono sotto controllo e, non avendo scoperto nulla, dedusse che ero più furba di lui e mi sapevo nascondere molto bene.
    Io penso che una persona dominata dalla gelosia debba prendere in considerazione una seria terapia: anche perché il nostro scopo dovrebbe essere quello di rendere felice la persona che abbiamo accanto, non di fargli vedere l’inferno. Generalmente, il motivo per cui perdiamo questa persona, non è “un’altra” o “un altro”, ma la necessità di fuggire dall’incubo che gli facciamo vivere.
    Buona fortuna Dany e, ti ripeto, non aver paura a chiedere aiuto: se non altro lui potrà apprezzare lo sforzo che stai facendo per uscire dalla situazione. E se pure non farai in tempo a salvare questa situazione, almeno ti metterai in condizione di vivere con maggiore serenità la tua vita futura.

    Auguri!

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  14. Cara Diemme…io non entro spesso su internet e ho trovato questo forum per caso e anche se non scrivo mai questa volta sento come un peso di cui liberarmi..Ho 19 anni ma mi considero abbastanza matura pechè di brutte esperienze ne ho passate tante…bruttissime ma che mi hanno fatto maturare più in fretta di quanto non mi rendessi conto..comunque voglio scaricarmi e raccontare che io esco da una storia di quasi tre anni con un ragazzo e mi ci ritrovo tantissimo nella tua esperienza di vita…anche io l’ho amato il mio ragazzo…ma non mi trattava bene,era geloso,possessivo,sempre arrabbiato anche per un niente..sempre scontento e se cercavo di lasciarlo lui arrivava lì…davanti a casa mia e io lo perdonavo sempre.Ho provato tante di quelle volte a far continuare la storia ma ero sempre giù…ero sempre triste e anche se mentivo a me stessa che non ero sola in realtà lo ero…dentro di me l’ho sempre saputo…anche le mie amiche erano ormai abituate alla mia realtà..di un tira e molla che non portava da nessuna parte…solo alla frustrazione…e anche io sono come te ..solare e penso..anzi spero di essere buona con gli altri poi mi piace socializzare;lui invece ha tutto…una situazione materiale tranquilla,amici,una famiglia ma è la persona più scontenta che io conosca…
    Adesso che l’ho lasciato sto un pò meglio ma se fosse stato diverso…l’avrei amato anche per tutta la vita…grazie Diemme per questo forum,vi voglio bene a tutti.

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  15. Cara Ale,
    quello che mi consola è che a 19 anni hai già ripreso in mano la tua vita, che ti auguro sia meravigliosa.

    Per il futuro mi raccomando, occhi spalancati: ricordati che la persona che hai accanto ti deve rendere felice, e non esistono altri discorsi.

    La mia nonna, morigerata e saggia donna all’antica, era solita dire che il proprio compagno

    “ci deve rallegrare a tavola e a letto”

    *** auguri! ***

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  16. penso che sia capitata un po’ a tutti l’esperienza di un/una fidanzato/a geloso/a . sono d’accordo con te diemme quando dici che esistono due tipi di gelosia, quella sana e quella malata. la prima ti dice che quella persona ci tiene a te e che tu sei importante per lei. la seconda e’ un problema che deve risolvere chi ne soffre e molto spesso non solo non affronta il nodo da sciogliere ma rende la vita impossibile agli altri.
    qualche anno fa stavo insieme ad un ragazzo al quale volevo molto bene e la cosa era reciproca. con l’andare del tempo mi sono resa conto che non era l’uomo giusto per me e dunque la storia sarebbe finita comunque di li’ a breve. ma la cosa che mi ha portato ad interrogarmi su questo, fu proprio la sua gelosia.
    una sera in particolare, in cui stavo in compagnia di una mia amica storica, mi ha reso la vita impossibile, facendo leva su sensi di colpa ecc…mi sono sentita manipolata, senza liberta’ , stava letteralmente corrodendo la mia amicizia con D. e la cosa piu’ assurda era che lo faceva in modo subdolo, attraverso paroline dolci cercava di farmi ragionare su cosa fosse meglio fare quella sera o su chi frequentare. ovviamente il punto era che lui era molto insicuro ( e indovinate un po’ ? non l’ho mai tradito ).
    ma quell’episodio mi ha fatto dare un taglio alla storia. io ho scelto la mia amicizia, la mia liberta’, ho scelto di non essere manipolata subdolamente. lui non so cos’ha scelto . non l’ho piu’ sentito.
    oggi sono fiera di me per aver fatto quella scelta perche’ prima di rendere conto a qualcun altro ( che sia un fidanzato o un marito o un genitore ) , bisogna rendere conto a se stessi.

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  17. Io sono molto gelosa, ma mai e poi mai sospetterei del mio compagno: se sto con lui è perché mi fido, e per me la sua parola è sacra. Sono disposta persino a credere più a lui che ai miei occhi.

    Mai e poi mai controllerei tasche, telefonini, e-mail etc., né mai e poi mai accetterei di essere controllata e gli permetterei una cosa del genere.

    Il momento in cui dovessi scoprire che la mia fiducia è malriposta ci sarebbe una sola scenata, prima e ultima.

    Per come sono fatta io, non potrei convivere col pensiero che lui abbia sfiorato un’altra, non ci sarebbe nessun margine di recupero

    *** come dice Attila, non sono una donna superiore ***

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  18. Concordo con te che la gelosia è legata alla fiducia. Ora in questo mio viaggio mi appaiono chiare tante cose. Ridare una chance a qualcuno si puo’ ma non solo perchè ci piace tanto e perchè non crediamo di poterne fare a meno. Ridare una chance a qualcuno si puo’ ma devono cambiare i presupposti. La fiducia si puo’ guadagnare. Ho lasciato per mancanza di fiducia. Non riuscivo a vivere la storia. Ero un pezzo di ghiaccio. Piena di barriere intorno a me. La gelosia fa impazzire anche chi è geloso. Io non sono nè gelosa nè possessiva. Sono stata vista così. non mi fidavo. Non c’era alternativa. Era una strada a senso unico. In questo mio viaggio voglio capire tanti atteggiamenti miei e degli altri e grazie a te riflettero’ anche su questo tema…giò avevo iniziato a riflettere a luglio … (citazioni non possibili per una delle regole del mio viaggio) ma ora va avanti… viaggio sempre più impegnativo…

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  19. Per me non esiste (poi mai dire mai, diciamo non è mai esistito) stare con una persona di cui non mi fido: io mi innamoro della lealtà delle persone, del loro codice etico, non dei begli occhi o dei fasci di muscoli.

    Ho letto del tuo viaggio, è bello come l’hai descritto.

    *** ricorda di goderti il percorso, indipendentemente dalla meta ***

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  20. Mi dispiace oggi non esserci stata per questo argomento che mi tocca da vicino..
    prima come vittima della follia umana..e dopo come carnefice..
    (giusto per capire come si può ammalarsi di gelosia e rendere la vita del proprio compagno Impossibile….
    ma stesera non riesco a parlarvi delle mie disavventure..
    però la gelosia è un argomento che ho trattato spesso nel mio blog…
    vi rimando a questa pagina..
    http://nunzyconti.wordpress.com/2008/04/11/gelosiafollia-damore/

    Scrive Shakespeare nell’Otello:
    “Difendetevi dalla gelosia, mio Signore! È un mostro dagli occhi verdi che odia il cibo di cui si pasce”

    e poi… domani ne riparliamo..

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  21. La gelosia di cui parli è una vera e propria psicopatìa, e come tale non è curabile.
    È purtroppo latente negli esseri umani, tanti?, tutti?, ed è per questo che l’ebraismo, che non è una religione in senso occidentale, ma un sistema di regole di vita, pratico, di legislazione, del quotidiano, filosofiia, eccetera, stabilisce regole chiarissime per coloro che stanno insieme, proprio per non dare adito a tale fenomeno che impedisce di vivere, o perlomeno ridurlo al minimo.
    Ciò detto, c’è gente a cui non basta neanche che certe regole siano seguite, danno di testa lo stesso… Cè chi proprio non dovrebbe mettercisi con una bella donna o con un bell’uomo: non sa come reggerlo e dà di testa dalla gelosia senza ragioni.

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    • Ti va di parlarci di queste regole?

      Comunque la gelosia prescinde dal fatto che il partner sia bello o meno, ho conosciuto gente maniacalmente gelosa di veri e propri mostri, e ti dirò, la cosa mi commuoveva.

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  22. Vero… MA quella gelosia è bella, come giustamente dicevi tu: commovente… Non è quella malata, no?…
    ♫♪…Amore vuol dire gelosia…♬♫

    Le regole si basano sul sano principio di non ignorare la natura (essere gelosi di chi si ama… e/o le tentazioni si possono resistere, ma perché esporvisi?)… Per cui, per esempio, non ci si chiude in casa, o in una stanza qualsiasi, SOLI, con un maschio o una femmina che non siano il/la proprio/a compagna… Se la gente seguisse anche solo questo piccolo principio (che non vuol dire affatto diventare dei Talebani) non si darebbe adito né alle paranoie di chi le potrebbe avere, né alle “tentazioni” più che normali… Io ho sempre riso sulla celebre frase: “lo spirito era forte ma la carne era debole”… il fatto è che la natura è proprio al contrario… “la carne è forte”… e dopo un po’ di stimoli non c’è spirito, a meno di non essere malati, che non ceda… :-)) Proprio sullo stesso principio è basato il fatto che, non solo per evitare cause per “molestie”, quasi tutti gli uffici pubblici e privati e gli studi legali nelle grandi città americane hanno sostituito i muri degli uffici con vetrate…
    Food for thought…

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    • Non sono così d’accordo: certi principi (che erano quelli predicati da mia nonna), vanno bene per non essere importunati, non per non far nascere l’amore.

      L’amore nasce all’improvviso, quando meno te l’aspetti, nei luoghi più innocenti, nei contesti più affollati…

      Anche per il fatto delle tentazioni (non mi venire a dire che per un uomo è diverso!), quella c’è quando c’è una predisposizione mentale al “in fondo si potrebbe, ma non voglio, resisto, resisto!”: io sono stata in trasferta con colleghi, siamo pure stati a lavorare in una stanza d’albergo fino a tarda sera, e nessuno ha preso in considerazione un comportamento diverso da quello di colleghi intenti al lavoro.

      Per le molestie invece hai ragione, mi dicono che sono esagerata, ma io generalmente evito pure di prendere l’ascensore insieme a un uomo: troppi ganci sinistri ho dovuto tirare in vita mia per difendermi da illecite quanto sgradite avances!

      Per contro, credo profondamente nell’amicizia tra uomo e donna, e non ho nessun problema a trovarmi da sola con un mio amico, e credo che quando una persona non solo è innamorata, ma è convinta di scelte etiche di monogamia e lealtà nei confronti dell’altra, persino quando l’amore viene meno non c’è tentazione che tenga (e ti assicuro, non parlo da una cattedra avulsa dalla realtà).

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  23. “credo che quando una persona non solo è innamorata, ma è convinta di scelte etiche di monogamia e lealtà nei confronti dell’altra, persino quando l’amore viene meno non c’è tentazione che tenga (e ti assicuro, non parlo da una cattedra avulsa dalla realtà).”

    Condivido, sono anch’io cosí.

    Mi riferivo soprattutto al fatto che, se teniamo in considerazione “l’altro/o”, che magari potrebbe sviluppare gelosie non necessarie, pur senza ragioni concrete, è meglio non giocare col fuoco della gelosia altrui e non dargliene adito… Sennò, si rimane all’egoista: “faccio quel che voglio quando voglio, perché tanto io sono onesto/a, diritto/a, leale, ecc. e se la persona a cui voglio bene non capisce, o non mi crede, o ci sta male, fatti suoi”… il che mi fa pensare: ma vuoi proprio bene a qualcuno le cui reazioni e sentimenti non t’interessano più del presunto diritto a fare ciò che vuoi?… :-)) La parte che dice “a meno che non faccia male a qualcun altro non dovrebbe essere inclusa?… :-))
    Sempre sulla base del solito principio semplice:
    “Se non sono io per me, chi lo sarà? MA se sono solo per me, che cosa sono? E se non ora quando?”… Enunciato 2250 anni fa dallo stesso Hillel che disse: “Non fare ad altri quello che ti sarebbe odioso se lo facessero a te”…attribuito in Italia a qualcun altro che visse oltre un secolo più tardi… :-))

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    • Caro Sergio, è un discorso lungo, e non così immediato: perché a volte per non fare del male a uno se ne fa a un altro, e allora uno capisce quanto è ingiusto essere costretti a certe scelte.

      Io sono una gelosa, ma oggi capisco che l’amica di “lui”, l’amica del cuore, a volte è la nostra migliore alleata come sarebbe, sul fronte opposto, l’amico di lei.

      Ci sono rapporti che, per un motivo qualsiasi, nascono su base diversa, e sarebbe ben difficile che, soprattutto dopo tanto tempo, prendessero un’altra strada: ammetto, non impossibile, ma davvero difficile, talmente difficile da essere più potenzialmente pericolosi l’estraneo o l’estranea incontrati sull’autobus.

      Ti do ragione in linea di principio, anche perché uno al proprio partner deve rispetto, e gli deve garantire serenità: ma quale cosa crudele è voltare le spalle a un innocente amico perché abbiamo un impegno sentimentale? A che dolore sottoponiamo il nostro amico, e di quale grande parte di noi ci priviamo? E quanto la rimpiangeremo, e forse non perdoneremo al partner di averci costretto a questa scelta!

      Io ho molti amici maschi (metto le mani avanti 😉 ), ma sono sola, completamente sola, da anni: credo che se fosse dovuto scattare qualcosa avrebbe avuto già tutto il tempo di scattare, non credi? (Fermo restando, te lo riconosco, il “mai dire mai”).

      Io avevo (e ancora ho) un carissimo amico, che a un certo punto si è rifatto una vita con una donna, ma continuava tranquillamente a frequentarmi, sempre al solito innocente titolo d’ amicizia. Non me l’ha mai voluta presentare, perché non voleva “mischiare” i due mondi, io facevo parte del suo spazio privato. Lei, checché ancora adesso neghi, era seccata. Quando telefonavo rispondeva a mezza bocca, finché lui un giorno non mi disse che lei ogni tanto questo tasto lo toccava, e che mi avrebbe voluto conoscere: fui la prima a dire che aveva perfettamente ragione, e non era giusto farla soffrire inutilmente.

      L’ho conosciuta, ci adoriamo (credo 😛 ), non ho perso un amico, ma acquistato un’amica. Quando chiamo, parlo indifferentemente con l’uno o con l’altra, quando passo da loro a prendere un caffè, posso trovare solo uno dei due e, chiunque sia, si prende il caffè e si fanno due chiacchiere allegramente: perché ci saremmo dovuti perdere? Ma anche, perché lei doveva soffrire e sopportare una situazione che non accettava?

      Oggi siamo tutti felici e contenti: la lealtà e il rispetto danno frutti incredibili, che non crescono su altri terreni.

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  24. Questo è molto legato al mio commento di poco fa. Vuoi un elenco delle scenate che ho dovuto subire io? Potrei scrivere un libro. Ed è logorante, ti assicuro.
    Ti faccio un esempio, per farti sorridere, ma potrei citarne tanti altri e, giuro non invento niente e niente altero. Puoi anche non crederci, ma è la pura verità.

    Festa di paese, una sera. Mia moglie balla, ha sempre ballato, le piace il liscio, mentre io cospargerei allegramente di benzina tutti i furgoni delle orchestrine di piazza. Per compiacerla accetto di andare là insieme a un gruppo di suoi amici e me ne porto uno mio, un ragazzo con cui arrampico abitualmente. Loro si spostano per ballare ed io e lui ci troviamo un posto a sedere, uno di fronte all’altro ad un tavolata, ci prendiamo una birra e cominciamo a contarcela di vie e tiri e prese e quant’altro. Tieni presente che io raramente mi guardo in giro per cui non mi rendo conto minimamente di chi ho vicino. So solo che della tavolata eravamo i penultimi. Alla mia sinistra, prima della fine tel tavolo una coppia che, come noi si stava bellamente facendo i fatti propri.
    Passa il tempo, forse le birre diventano due, siamo amici e stiamo bene insieme, ce la contiamo e ridiamo. Ad un certo punto, mi sento fissare. Mia moglie è a una decina di passi di fronte a me e mi guarda con uno sguardo iroso. La festa è praticamente finita, alla destra il tavolo è ormai vuoto, rimane solo la coppia alla mia sinistra. Non capendo la sua espressione la saluto allegramente con la mano, e la invito a sedersi con noi. Lei invece arriva come una furia al capo del tavolo, batte le palme con violenza sul tavolo interrompendo il dialogo della coppia che, giuro, noto solo in quel momento essere due ragazze, e con voce gelida mi dice: “che fossi uno stronzo l’ho sempre sospettato, ma adesso, qui, di fronte a tutti, finalmente ho le prove!” e subito dopo fugge via piangendo. Il mio amico che conosce mia moglie si strozza con la birra e quasi casca dalla panca dal ridere, ma quello che mai dimenticherò è stato lo sguardo accusatorio delle due, che avevano un fumetto in testa del tipo “MA QUANTO SEI BASTARDO???”, senza sapere che loro erano state involontariamente la causa scatenante dell’ira funesta.

    Ridi?
    Beh, io alla fine ho smesso di ridere.

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    • Beh, anche la mia vita con quest’uomo è stata così. Questo post è datato, e ora non posso rileggere tutti i commenti e quello che ho già scritto, per cui rischierò di ripetermi. Anche a me sono state fatte scenate per persone della cui presenza non mi ero neanche accorta, so che cosa significhi.

      Il ristorante in particolare era diventato un incubo, chiunque si sedesse al tavolo di fronte, mi accusava di guardarlo ammiccante e concupiscente. Una volta a casa di amici (perdonatemi se l’ho già scritto), siccome lui si attardava sulla porta a parlare io, anziché dare segni di impazienza come forse avrebbe fatto un’altra meno conciliante di me, semplicemente mi tolsi il giaccone perché faceva caldo: beh, lui in qul gesto vide una maliziosa seduttiva esposizione del busto, e non ti dico come andò a finire. Era un incubo continuo, giorno e notte; anche quando stavamo a casa da soli trovava il modo di essere geloso, persino una telefonata di un’amica si trasformava in quella di una ruffiana che mi portava notizie di un qualche lui.

      Alla sua morte, un suo amico ebbe a dire di lui a un altro amico, che non sapeva essere comune, che era stato sfortunato con le donne: avrebbe potuto mai quest’amico immaginare quanto le donne erano state sfortunate con lui?

      Ha rovinato la vita almeno a tre. Forse di più.

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  26. In pratica hai fatto la sintesi del romanzo “L’esclusa” di Pirandello. Bellissimo anche se spesso dimenticato a favore dei più noti, tipo “Il Fu Mattia Pascal” e “Uno nessuno e centomila”. Da leggere.

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    • Caro luporenna, ho tardato a risponderti perché ho dovuto rileggere tutti i miei interventi e… non so a che cosa tu ti riferisca per “Il mio dolore”: la mia chiusura nei confronti degli uomini è anche probabilmente dovuta a questa storia e a tutta la sofferenza che si è portata dietro, ma “il mio dolore” no, non è stato causato da questo…

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    • Devo ammettere una cosa, Pazza Veramente, che l’altra volta, quando ho scritto il commento, avevo letto solo il post e non gli interventi. Stavolta il ho letti (i tuoi tutti, e gli altri un po’ meno), e devo ammettere che la questione appare molto chiara e ben definita: un autentico INFERNO!!! . Da persona quale sono, mai stato geloso in tutta la mia vita, sarebbe fin troppo scontato chiederti, a questo punto: come ha potuto una persona come te, con la tua intelligenza, la tua correttezza, il tuo orgoglio, la tua dignità, il tuo amore per la vita (la tua soprattutto), le tue aspettative, le tue speranze, sopportare tutto questo? … ma io non te lo chiederei mai ….

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    • Si chiama preterizione (che non è una forma di dedizione, non era una risposta alla tua domanda, ma alle tue non domande… ).

      Amore + educazione all’antica. Emulsionante la famiglia ostile.

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  30. Ciao,

    ti ringrazio molto per avermi fatto avere questo tuo articolo, ci sono situazioni dalle quali è assolutamente meglio allontanarsi, sono vicoli ciechi da cui, comunque, non usciremmo mai. Aggiungo che l’amore può esistere eccome senza gelosia, anzi, l’amore senza gelosia è di un livello vibrazionale ancora più elevato e puro. Dici che la gelosia esiste perché si ha paura di perdere l’altro. Giustissimo, l’ho provata anch’io e l’abbiamo provata tutti. Ciò nonostante “perdere” l’altro è solo un concetto del nostro ego… si può “perdere” solo ciò che si possiede fisicamente…un portafogli, una mazzo di chiavi (ed anche in quel caso ci sarebbe da discutere…) ma non le persone. Non possiamo possedere nessuno, quindi non possiamo neppure perderlo. Altra cosa che aggiungo: l’incontro con l’altro rappresenta sempre uno specchio di una parte di noi, conscia o inconscia. L’incontro con una persona gelosa, al pari di ogni altro, ci mostra sempre uno specchio, quella gelosia che vediamo rispecchia sempre e comunque una parte di noi che fatichiamo a riconoscere, magari è proprio lo specchio della nostra stessa gelosia più o meno manifestata. Grazie ed un abbraccio.
    Elvio

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